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Posts Tagged ‘Stefano Zamagni’

Luigi Sturzo: un pensatore incompreso perché in anticipo sui tempi

Stefano Zamagni, Università di BolognaTESTO COMPLETO

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…le insidie che … potrebbero celarsi nelle pieghe dei vari tentativi con i quali i cristiani creassero le intese necessarie per giungere a legiferare nella sfera politica. Il rischio è duplice. Per un verso, quello dell’isomorfismo culturale – un rischio questo che è specialmente evidente nel dialogo con il liberalismo filosofico. Proprio perché il pensiero liberale non è, prima facie, antagonista della visione cristiana della persona e della storia, il rischio è quello di perdere di vista che la interpretazione liberale della libertà, in quanto prescinde dalla natura relazionale della soggettività umana, è un’interpretazione troppo debole per il cristianesimo, il quale non può certo accontentarsi di ridurre la libertà alla sola libertà di scelta, intesa in senso individualistico. Per l’altro verso, v’è il rischio della cattura, della riduzione cioè del cristianesimo a utile tradizione generatrice di convenienti norme sociali di comportamento. E’ questo il rischio che si corre tutte le volte in cui i cristiani accettano di confrontarsi solamente con quei settori della cultura “laica” disposti ad accogliere strumentalmente la funzione sociale della religione.

Estratto dalla relazione di Stefano Zamangni alle Settimane sociali dei cattolici edizione 2007

La questione antropologica come nuova questione sociale

2.1       Inizio dalla prima parola chiave, quella di persona umana. Mentre il personalismo filosofico del Novecento – quello dei Mounier, Maritain, Ricoeur, per intenderci – è valso a contrastare le gravi degenerazioni del concetto di persona dovute alle catastrofi del nazismo, fascismo e comunismo ma non ha dovuto difendere la nozione stessa di persona umana, il neo-personalismo di cui oggi abbiamo necessità deve saper raccogliere la sfida di chi nega che tutti gli individui siano anche persone. (altro…)

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Di fronte alle nuove sfide, il mero aggiornamento delle vecchie categorie di pensiero o il semplice 4soldi68001ricorso a sia pure raffinate tecniche di decisione collettiva non servono alla bisogna. Occorre osare vie diverse: è questo in buona sostanza, l’invito accorato che ci rivolge la Caritas in Veritate.

Tratto dal sito di Luigi Bobba
STEFANO ZAMAGNI: “FRATERNITA’, DONO, RECIPROCITA’ NELLA CARITAS IN VERITATE”.

Uno dei segni eloquenti di questo nostro tempo è quel reiterato appello all’etica che è andato sostituendo, nel corso dell’ultimo quarto di secolo, quell’altrettanto insistente appello alla politica, tipico degli anni ’60 del secolo scorso, secondo cui “tutto era politica”. Ma la convergenza sul primato dell’etica viene a cessare nel momento stesso in cui ci si pone a ragionare di questioni etiche concrete. Come aveva osservato A. Mac Intyre nel suo Dopo la virtù (1982), l’uso apodittico dei principi etici serve solo a porre fine al dialogo etico stesso. Come a dire che la convergenza, nel dibattito pubblico, sul primato dell’etica quasi mai conduce al consenso etico.
E’ questo un punto su cui il magistero di Giovanni Paolo II si è soffermato con insistenza esemplare. Nel suo discorso alle Nazioni Unite del 5 ottobre 1995, il papa aveva insistito sul punto che è possibile intendersi sulle questioni di ordine socio-politico su una base comune condivisa perché “la legge morale universale scritta nel cuore dell’uomo è quella sorte di ‘grammatica’ che serve al mondo per affrontare la discussione circa il suo stesso futuro”. (Cfr. Insegnamenti di Giovanni Paolo II, Vaticano, 1995, p.732). (altro…)

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Crisi economico-finanziaria, per capirne la lezione ed il monito: Convegno a Bologna sabato 24 gennaio 2009

A) Programma del Convegno;

B) Documenti preparatori:

B.a) La lezione ed il monito di una crisi annunciata

di Stefano Zamagni

B.b) Dopo la bancarotta

di Jurgen Habermas

B.c) Rifondare il sistema finanziario, etica della responsabilità per un nuovo patto internazionale;

di Lino Prenna

B.d) Il silenzio del laico cristiano nel mondo dell’economia e della politica

di Nino Labate

B.e) La Santa Sede al Consiglio dei diritti dell’uomo sulla crisi economica

Arcivescovo Silvano Maria Tomasi – 20/2/09 (Agenzia ZENIT)

C) Atti del Convegno:

C.a) Una crisi culturale

di Lino Prenna

C.b) La crisi finanziaria globale: analisi e prospettive, dal realismo alla speranza

di Carlo D’Adda

C.c) L’emergenza finanziaria come questione morale

di Franco Appi

C.d) Fine del sociale? La solidarietà ritrovata

di Gilberto Muraro

C.e) E la politica?

di Mimmo Lucà

C.f) Repliche agli interventi e sintesi del Prof. Zamagni

a cura della redazione

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‘Non solo carità ma atti di denuncia’zamagni
Repubblica – 17 gennaio 2009

Stefano Zamagni, economista all’ Università di Bologna, cattolico, profondo conoscitore del “terzo settore”, secondo lei è compito della Chiesa intervenire sugli effetti di questa crisi?
«Chi si stupisce, chi parla di sovrapposizioni, non conosce la storia della Chiesa. I primi interventi di sostegno sociale risalgono alla patristica, al IV secolo. Nell’ Ottocento le Casse rurali furono fondate da parroci che intuivano il bisogno, diremmo ora, di microcredito delle fasce più deboli del mondo agricolo. Non c’ è nulla di nuovo». (altro…)

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epulone-lazzaroDa Repubblica-Bologna 31-12-2008
“Caffarra cerca di dare un segnale ma non deve restare isolato” di Valerio Varesi

Stefano Zamagni, economista di fama della nostra università, se la prende con il collega Simon Kuznets, premio Nobel e inventore della famosa curva omonima ben nota a chi si occupa di redditi, ricchezza e prodotto interno lordo.

Professore, ma cosa c´entra la “curva di Kuznets” con l´idea di monsignor Caffarra di istituire una carta di credito prepagata per i poveri?
«C´entra, c´entra? Kuznets diceva che non importava la distribuzione del reddito, ma che quest´ultimo aumentasse. Se cresceva, anche i ceti meno abbienti, alla fine, ne avrebbero beneficiato. Gli esempi della Cina e della Russia, dimostrano che è una teoria fallace. E la situazione di Bologna lo dimostra» (altro…)

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Mi riferisco agli economisti allievi di Milton Friedman che hanno teorizzato il divorzio tra economia ed etica inneggiando all’egoismo individuale, al cosiddetto i­stinto animale che porta ad arricchirsi senza limiti e con ogni mezzo a scapito degli altri. E che è il padre dei castelli specu­lativi miseramente crollati.

Intervista

Zamagni: «Chiede il ritorno all’etica»

L’economista: «Il Pontefice ricorda che causa della crisi è il divorzio tra l’economia e il bene comune E il danaro è un mezzo, non il fine»

Critiche agli ultraliberisti: «Hanno teorizzato l’egoismo, l’arricchimento a ogni costo e questa globalizzazione Le parole di Benedetto XVI fanno chiarezza e aprono nuove prospettive al laicato»

DA MILANO PAOLO LAMBRUSCHI

Benedetto XVI ha più volte criticato l’ultraliberismo sul quale è stata impostata la globalizzazione dei mercati e dei capitali. Il puntuale richia­mo di ieri ad affidarsi alla Parola di Dio e alla sua solidità in tempi di tsunami fi­nanziari ha radici profonde nella storia del pensiero cristiano.

«Ma la novità – osserva l’economista Ste­fano Zamagni, membro della Pontificia ac­cademia di Scienze sociali – è che fino a ie­ri l’establishment e gli accademici di so­stegno facevano spallucce quando la Chie­sa parlava di etica ed economia. Oggi, che la loro reputazione è pari a zero per non a­ver saputo prevedere il disastro, le parole del Pontefice sono finalmente diventate di estrema attualità e interesse». (altro…)

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