Missionari tra i pischelli di Roma
IGOR MAN – La Stampa – 9/10/2009
C’è da stupirsi: Campo de’ Fiori è, una volta tanto, una vasta fioriera; a piazza del Popolo è sorto il Villaggio dello Sport (gestito dal Csi) ad abbracciare il Villaggio della Gioia; a piazza Navona c’è il Villaggio dell’Incontro. Frotte di giovani, discretamente, danno il benvenuto agli studenti che in numero di tremila hanno invaso il cuore di Roma: è la Festa dei missionari. Una scampagnata archeologica? No, siamo qui per annunciare il Vangelo, rispondono al Vecchio Cronista – perché il Vangelo «annuncia il tempo della verità». E’ il sesto anno consecutivo che vengono a Roma, adolescenti e anziani, per scambiarsi il «segno di pace» nel ricordo di Papa Giovanni Paolo II. Questo raduno che intimidisce i bancarellari usi a pittoresche invettive ha un titolo ch’è un mix di pietà e di speranza: «Gesù al centro»: della vita, della missione. I giovani che accolgono i coetanei, turisti ovvero «de borgata», confessano ai missionari che una volta ancora sentono dolorosamente l’assenza di Papa Wojtyla. «E’ un vuoto difficile da colmare». Chi scrive onora Giovanni XXIII ma nel cuore suo s’è annidato il Papa polacco che gli concesse una lunga udienza. Un inedito «tu per tu» indelebile.
I missionari s’accostano ai giovani che riempiono luoghi non solo storici di Roma e parlano loro di Gesù. Gesù oggi, a Roma, in Africa, dovunque. Qualche ragazzo, «figlio del branco» che notte dopo notte invade il centro storico folleggiando: risse, sbornie, scazzottate, chiede di scambiare «due parole» con un missionario (spesso più giovane di lui). «E’ tutto uno sfogo, questi ragazzi sono assetati di normalità». Da quando i missionari hanno conquistato il centro antichissimo di Roma, è crollato il numero dei pischelli che si sbronzano o, peggio, sniffano. «Il pudore uno se lo porta dentro, il problema è farlo emergere». Ma perché questa ennesima (la sesta) pastorale dei missionari? Risponde don Maurizio Mirilli, infaticabile patron d’una festa che è preghiera corale. «Per dar luogo ai tanti giovani che si impegnano nelle nostre realtà ecclesiali». Codesta missione, discreta, persino gioiosa coinvolge il «ragazzo della strada». E quelli di venti scuole e in più tremila «contattati». Non manca la musica in piazza che Papa Benedetto dedica ai «fratelli missionari», lontani geograficamente, vicini spiritualmente. Sabato il raduno si conclude, i missionari torneranno alla loro lontana fatica: molti andranno all’Aquila, altri dalla città straziata son venuti a Roma guidati dal vescovo Molinari e da Luigi Accattoli. Padre Z, in partenza per l’Africa, chiede d’esser fotografato ai piedi del corrucciato Giordano Bruno di bronzo. «Ci sono momenti in cui quale che sia il movimento del corpo, l’anima è in ginocchio».
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