Carissimo Giuseppe,
Tu dici che rispondi alla tua coscienza, e chi sono io per giudicarla! Ma la coscienza è un buon giudice se la si imposta su pilastri saldi.
Ora, ti confesso che mi riesce talvolta difficile capire come talune tue scelte politiche collimino con quelli che mi pare di capire siano i tuoi criteri di giudizio.
Quindi passo a farti qualche domanda:
1) Penso che tu, in coscienza, sia contrario alla mercificazione della persona, alla schiavitù e allo sfruttamento sessuale: allora perché nessuna presa di posizione contraria a Libero Mancuso, assessore della giunta di cui facevi parte, che voleva regolamentare la prostituzione di strada, di fatto riconoscendo e legalizzando la tratta delle schiave del sesso, il cui sangue spesso macchia le nostre strade?
2) sono certo che in coscienza tu sia convinto che è compito della politica stare vicino ai più deboli: allora perché quando il tuo capogruppo diceva, questa estate, che le sole ad avere diritto a parlare di aborto sono le donne, non hai detto che proprio le donne sono lasciate sole di fronte all’aborto e all’aborto sono spinte (oltre che dai propri uomini) proprio dalla mancanza di ogni tipo di aiuto?
3) sono poi convinto che in tutta coscienza tu ti impegni laicamente per il dialogo costruttivo, e non per gesti stupidi e futili dettati da ottuse politiche identitarie: ma allora che senso hanno i registri dei testamenti biologici comunali, gesto identitario futile e stupido del gruppo PD in consiglio comunale? Non riesco a vederci altro scopo se non quello di marcare l’identità dellla giunta di fronte all’elettorato, in particolare di estrazione cattolica (che ha eletto te, Natali e gli altri) e rincorrere le agende dettate dalla intellighenzia laika (così in realtà spostando l’asse del partito in direzione di chi te e Natali e gli altri non voterà mai). Con la ciliegina finale della – ricercata e prevedibile – reazione della diocesi, che conclude il processo di delimitazione dei territori identitari. E il dialogo, che fine ha fatto ?
4) sono arciconvinto che a te in coscienza ripugni vedere offendere le sensibilità altrui: ma allora perché non ti ho visto accorrere in mia difesa quando la mia sensibilità di credente deve subire manifestazioni – sovvenzionate coi soldi pubblici – con titoli grottescamente blasfemi e provocatorii, del tipo “La Madonna piange sperma” e “Corpus Domina”?
5) sono certo che ti ripugna che le istituzioni pubbliche vengano asservite ad una ideologia. Ma allora perché non hai detto nulla quando mezza giunta, appena nominata si è recata alla sfilata che doveva nominare il più bel trans, in omaggio alle ideologie alla moda che banalizzano e riducono al grottesco proprio quelle persone di cui a parole si difende la dignità e a parole si vuole combattere la discriminazione?
6) dici che ti rifiuti in coscienza di imporre dogmi alle sensibilità altrui: ma di fronte a una istituzione che toglie i crocifissi, chi a quei crocifissi guarda con simpatia deve pensare che questa è una società più inclusiva e plurale? O che invece punta a omologare e appiattire, ad emarginare proprio quelli che vogliono impostare la propria coscienza secondo un credo religioso? Altrimenti perché poi quella istituzione passa a colpire anche il velo islamico?
7) infine, lasciando da parte la coscienza e parlando di politica, che senso ha una presa di posizione contraria non solo all’orientamento della gran parte della pubblica opinione, ma anche a quello espresso dal proprio segretario? Pensiamo davvero che, se una causa è mal rappresentata da persone che la strumentalizzano in modo scorretto, questo sia motivo sufficiente per un affrettato giudizio negativo?
Da ragazzo il crocifisso a scuola mi è stato spaccato a pedate davanti agli occhi – io poi l’ho ricomposto e riappeso chiedendo, a chi aveva compiuto il gesto, che male gli avesse potuto fare quel po’ di cocci e legno. Ma a me quel gesto di male ne aveva fatto tanto.
In questo momento mi sento pure peggio di allora.
Non so cosa ti dice la tua coscienza, ma alla mia offende quello che è stato dichiarato da quella maggioranza che ho contribuito a votare. A me pare che questa società, se deve rimuovere i crocifissi per garantire la libertà, non garantisca la libertà di vivere secondo coscienza e di educare i propri figli, perché li condanna a vivere nelle catacombe. E che così facendo si nega la piena dignità di cittadino a chi cerca illuminazione della propria coscienza in Dio, qualunque nome gli voglia dare. E si negano e reprimono quelle differenze, quella pluralità che si dice di volere promuovere.
Dici che è alla tua coscienza che rispondi. Ti sei scelto un ben duro giudice. Voglio crederti e sperare che a fare da giudice – di nome e di fatto – di ciò che è giusto o sbagliato nel tuo ufficio non sia il tuo capogruppo.
Caro Alessandro, ho già avuto modo di spiegarti in privato che non mi piace lo stile aggressivo che hai scelto per manifestarmi il tuo dissenso su quanto ho detto in Commissione sul tema del crocifisso. Potevamo confrontarci serenamente sul tema, ma vedo che hai preferito dedicarmi un lungo elenco di capi di imputazione. Pazienza, ti rispondo.
Premetto che non sta scritto da nessuna parte che io debba commentare ogni cosa che viene detta o fatta, soprattutto quando non ha alcun risvolto pratico. Se dovessi intervenire su tutte le sciocchezze che vengono dette, dovrei parlare continuamente.
Così è per Mancuso e la sua idea (naufragata) della zona rossa (punto 1). Ma sul tema della prostituzione c’è una cosa sola che mi disturba più del riconoscerla come una ‘normale’ attività, ed è l’atteggiamento (diffuso) di chi pensa farisaicamente che sia sufficiente non legittimarla e poi ci si possa disinteressare della sua esistenza e delle sofferenze delle persone coinvolte.
Non so a quali dichiarazioni di Lo Giudice ti riferisci (punto 2), e visto che parli di estate forse ero in vacanza. Quel che penso sul tema l’ho sempre detto chiaramente, e lo puoi leggere ad esempio in http://www.paruolo.it/2005/consultori.pdf nonchè negli atti amministrativi: ho concluso il mio mandato di assessore avviando il percorso per l’attuazione a Bologna delle linee guida regionali sulla 194, che ritengo siano un punto di mediazione alto ed importante in questa materia.
Sul registro comunale delle dichiarazioni anticipate di trattamento (punto 3), proprio perchè occorre dialogo è un dovere stare al merito e non fare guerre inutili. Lo abbiamo argomentato insieme ad altri 7 colleghi. Vedi bolognanonsilagna.blogspot.com/2009/11/registro-dat-stiamo-al-merito.html
Sui titoli blasfemi (punto 4) sei forse l’unico a non esserti accorto che mi sono espresso sul tema con grande chiarezza. Vedi: bolognanonsilagna.blogspot.com/2007/06/la-madonna-piange.html – ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/06/18/margherita-udc-fermate-lo-show.html – bolognanonsilagna.blogspot.com/2007/06/censura-rispetto-zona-grigia-e-partito.html
Inoltre mi sono sentito in dovere di andare alla messa di “riparazione” a San Luca, unico esponente della Giunta presente, benché ovviamente non avessi personalmente alcuna responsabilità diretta o indiretta nella questione.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/06/20/ripariamo-una-bestemmia-avallata-anche-dalle-istituzioni.html
Sulla partecipazione di alcuni assessori ad una manifestazione al Cassero (punto 5) credo che siano fatti loro.
Infine (finalmente) veniamo al crocifisso. Quel che ho detto in Commissione è che trovo apprezzabile che ci siano persone che, pur non credendo, vedono nel crocifisso un simbolo che parla alla loro umanità di valori condivisi. Ma io, che credo, non posso che riconoscere nel crocifisso anzitutto il simbolo del Figlio di Dio che ha dato la vita per noi. Per questo non posso accettare che quel simbolo venga imposto ad alcuno: sono quindi per proporlo, ma non per imporlo. Sono convinto che, se non venisse imposto ma proposto, tanti di più riconoscerebbero in quel segno un messaggio di accoglienza e fraternità e lo accoglierebbero in quanto tale. Sul tema consiglio la lettura di alcune belle parole di Giovanni Colombo, consigliere comunale del PD a Milano e cristiano impegnato: http://www.peacelink.it/mosaico/a/30531.html
Concludendo, Alessandro, se fossimo vissuti nel XII secolo forse tu avresti preferito la spiritualità di Ugo di Payns mentre io avrei trovato più convincente quella di Francesco d’Assisi. Ciò non toglie che un primo passo utile sarebbe quello di rispettare le motivazioni ideali che spinge ognuno di noi ad assumere in coscienza le posizioni che ritiene più giuste.
Ciao, Giuseppe
Grazie per la risposta.
Mi sarebbe però piaciuto ricevere giustificazioni che non citassero santi e spritualità, o i ragionamenti misticheggianti di Colombo – che avevo già letto – ma argomenti laici spendibili in politica. Non siamo al gruppetto di spiritualità del monaco ispirato di turno (cosa in cui Colombo è evidentemente farebbe figure eccelse).
Non interessa alla politica il tipo di spiritualità che uno ha o non ha. E come vedi ho evitato accuratamente di addentrarmi in quel genere di discussione. Lascio ad un Altro decidere chi e perchè entrerà per primo nel Regno dei Cieli (dove ben sai che evangelicamente sono i pubblicani e le prostitute ad avere precedenza, insieme alle vedove, orfani, ciechi e storpi).
Invece a me interessa sapere se siamo capaci – soprattutto in questo partito – di dare regole alla nostra comunità che siano capaci di determinarne la crescita, e non il regredire alla legge del più forte; che sappiano aumentarne la coesione e l’inclusione, la condivisione dei valori di fondo, non scavare fossati a ripetizione.
Non so dove ormai quel simbolo a me tanto caro venga “imposto” e che genere di imposizione comporti. Non al Liceo che frequenta mio figlio, ad esempio. Ma quando si parla di fondare le nostre comunità sulla Costituzione, come facciamo a non riconoscere che anche i valori di solidarietà ed uguaglianza su cui sono convenuti italiani così diversi tra loro affondano nella vita di un Nazareno? (Sì, anche Marx non ci sarebbe potuto essere in una società pre-cristiana).
Come facciamo a parlare di una società coesa quando l’unico paradigma del ragionamento è l’individuo slegato da qualsiasi legame sociale e la cui dignità è sempre più identificata con la forza e ricchezza individuali? In fondo, il ragionamento che sta dietro alla battaglia per i registri dei testamenti biologici sta proprio in questo, e – tristemente – devo dare atto a Foschini di avere espresso un ragionamento in cui ho riscontrato maggiore coerenza al riguardo. Mentre mi pare che il grande distinguo elaborato dai consiglieri tuoi colleghi sia stato “votiamolo tanto non serve a nulla”.
http://bologna.repubblica.it/dettaglio/lammonimento%C2%A0della-curia-ai-teo-dem/1785917
Mentre a qualcosa deve essere servito se in tanti si sono dedicati a quell’obiettivo con tanta tenacia. Non è che forse non si è stati capaci di vederci chiaro? E comunque, se davvero non serviva a nulla, come cittadino mi sento un po’ preso in giro… Un consiglio comunale bloccato per un capriccio?
E poi, per quale ragione dovrei poi impegnarmi per il bene comune se togliamo dalla vista come offensivo e prevaricatore il primo e più elementare riferimento dell’immaginario collettivo a chi per gli altri ha dato la vita, senza secondi fini o progetti di dominio o nemici umani da abbattere? Devo forse riconoscere la uguaglianza tra gli uomini nel quoziente intellettivo, nel titolo di studio, nel livello di salute fisica o mentale, nel livello di consumi, in una convenzione umana che regge fino alla prossima … o in un qualcosa d’altro che c’era prima delle convenzioni ed è più saldamente fondato?
Nè Colombo nè San Colombano varrebbero a farmi pensare in modo diverso su quello che ritengo essere il foglio di via che si sta dando al lato religioso della vita.
Un commentatore del Guardian (equivalente inglese de La Repubblica) diceva che se Dio non ci fosse bisognerebbe inventarlo, tanto è importante il ruolo della religione nella tenuta e nella crescita delle società. E qui se ne parla come di un retaggio di età oscure da eliminare per il progresso delle coscienze.
A me sembra che il punto più importante manchi dalla tua risposta, e che sia politico: siamo portatori di un contributo originale a questo partito e maggioranza? Siamo dotati di pari dignità? O siamo sotto schiaffo da parte di una minoranza (nel paese e nella città) e incapaci di elaborare laicamente un ragionamento diverso, alternativo?
E tu, sei capace di uscire da quel rivendicare quel tuo essere “troppo affezionato all’esercizio del … libero arbitrio” per creare ponti seri con chi a questo partito guarda da lontano, ponti fatti anche di calarsi nelle ragioni dell’altro? Sei capace di essere un riferimento diverso in questo partito in cui io mi sento sempre più straniero – con tanto di foglio di via pronto?
Io dico sì, abbiamo pari dignità, ma abbiamo anche il problema di essere fra due fuochi che ci vorrebbero servi o morti. Due fuochi uguali e contrari, che si combattono rafforzandosi a vicenda e si rafforzano combattendosi, che si trovano sempre d’accordo su quali siano le battaglie da combattere, naturalmente su fronti opposti, e per i quali noi costituiamo un problema. Perchè noi osiamo mettere in discussione quali siano le battaglie da combattere, non combattiamo secondo le loro regole, e tutto questo non lo possono tollerare. E siccome questi due fuochi plasmano l’informazione, siamo purtroppo condannati ad essere rappresentati in modo distorto e grossolano. Se dovessi giudicare me stesso solo da come vengo raccontato su Repubblica e Bologna 7, sono sicuro che non mi voterei nemmeno io. Ciò detto, se sul registro delle DAT ti interessa il merito della mia posizione puoi leggere il mio intervento in consiglio comunale: http://www.paruolo.it/2009/20091123InterventoDAT.pdf.
Se Dio non ci fosse bisognerebbe inventarlo, dice il commentatore del Guardian. Peraltro secondo Marx è esattamente quello che è successo. Capisco l’argomentare tuo e di molti altri su questa visione rassicurante di Dio e del crocifisso, simbolo della tradizione cristiana dell’Italia e dell’Europa, “un’antica tradizione che non può essere offensiva per nessuno” per dirla con Bersani, e via discorrendo. Qui nelle mie originarie intenzioni volevo spiegare perché questo argomentare mi inquieta anziché rassicurarmi. Ma, dopo lunga ed attenta riflessione, comincio a pensare che forse non sono nelle condizioni per affrontare il tema crocifisso (ossia il tema “Dio”) con la necessaria serenità e la laicità che occorre in politica. In tanti anni di impegno politico ho sempre affrontato i temi che mi trovavo di fronte in modo laico, senza nascondere la mia fede ma senza implicarla direttamente nel mio argomentare. Sul tema crocifisso, che è l’essenza della fede in un Dio che *non* è quello che “bisognerebbe inventare per la tenuta e la crescita della società”, la fede prevale sulla politica e hai ragione tu, in effetti rischio di sconfinare. Ci rifletterò su ancora.
Permettetemi di concentrarmi su una piccola porzione di questo ampio dibattito: quella più attuale e internazionale del crocifisso. Avete notato di aver sempre scritto con la minuscola? Dunque non state parlando del Crocifisso.
Credo che questo tema sia il perfetto esempio di un ambito nel quale NON “fare politica da cristiani”.
Ci si sporca con polemiche pretestuose e false e si finisce solo per far peggio, un po’ come (stop … mi auto-modero).
Dobbiamo stare a discutere se è imposto o non imposto? Se è un simbolo di fede o di cultura (accidenti ancora una volta a chi si attacca alle presunte “radici cristiane” di una società che non ha più che qualche radice aerea …)? Dobbiamo accettare che si faccia mistificazione e che i più biechi apostati si facciano paladini della chiesa? Dobbiamo propalare al mondo una chiesa da rotocalco?
Il Crocifisso lo si adora in Chiesa o in spirito e verità.
Io chiedo che sia rispettata la mia fede, come io rispetto fedi e credenze altrui. Di questo deve occuparsi la politica: non della mia o altrui fede, bensì della possibilità che questa si esprima liberamente.
Fare politica da cristiani non richiede la difesa di una identità, bensì la difesa delle identità.
Il vero tema politico suscitato dalla sentenza sul crocifisso, con le sue motivazioni ridicolmente pretestuose (almeno per quanto ho recepito dalla stampa)
Sono pienamente convinto che questo PD – la Balena Rossa – abbia al massimo una pallidissima idea di che cosa significhi rispettare e far dialogare identità differenti, ma non credo che il tuo approccio, Alessandro, possa aiutare a mutare questa situazione.
Peraltro, poi, diffido molto anche del concetto di identità cristiana o cattolica … preferisco pensare di condividere la Fede.
Ciao.
Marco
Colpa mia per come ho impostato il discorso, ma erano cose che mi covavano dentro senza poterle esprimere.
Comunque rimane il fatto per me politicamente più rilevante.
LoGiudice (o chi per/con lui…) ha fatto di Bologna il suo avamposto personale per battaglie che rendono non credibile l’idea di un PD plurale e creano precedenti da fare pesare internamente al partito a livello nazionale.
Non sarebbe bastato che ci si richiamasse a una coerenza con la linea nazionale del partito per spiazzarlo?
E invece forse ci siamo persi nelle discussioni sbagliate (politicamente) ….