… mi sembra che ancor oggi nella politica italiana ci sia spesso una mancanza di laicità, cioè una confusione tra la tesi (le identità, il sistema dei valori e i progetti globali di società) e la ipotesi (il programma politico concreto e possibile, la mediazione culturale, le alleanze…). Sembra che per andare d’accordo … occorra essere d’accordo su tutto oppure rinunciare alla propria identità.
Europa.it quotidiano – 16 ottobre 2009 – CATTO – Angelo Bertani
Politica e deficit di laicità
La costruzione del Pd si gioca su tre cose: la qualità e la coerenza della sua classe dirigente; la trasparenza e la partecipazione che saprà offrire agli aderenti; il dialogo e l’integrazione che saprà realizzare tra le culture: del cattolicesimo democratico, del socialismo riformista, del liberalismo e dell’ambientalismo.
E si dice che incontro e “fusione” stanno andando avanti bene. È innegabile che c’è rispetto, attenzione, simpatia reciproca; e anche qualche “contaminazione”. Ciascuno dei candidati alla segreteria esprime aree di consenso in cui sono presenti tutte e tre (o quattro) queste culture.
Anche tra i cattolici democratici ci sono voci autorevoli che si dichiarano abbastanza soddisfatte per come stanno andando le cose (Bianchi, Campanini, Cananzi), altre sono più problematiche (Monticone, Martinazzoli…).
Credo che sarebbe opportuno introdurre una distinzione per aiutare non solo a valutare il cammino percorso, ma soprattutto a progettare quello futuro.
Si tratta di una distinzione antica: quella tra il progetto ideale (l’utopia di T. Moro) e la sua realizzazione (il programma storico concreto di J. Maritain). È una distinzione, non una contrapposizione. Anzi: tra i due livelli è desiderabile il massimo di coerenza, ma non l’identificazione: integralismi, fanatismi, clericalismi, violenze nascono proprio dalla identificazione dei princìpi (la tesi) con i modi concreti di tradurli nella realtà qui e oggi, (l’ipotesi).
Non è facile dimostrarlo in poche righe, ma mi sembra che ancor oggi nella politica italiana ci sia spesso una mancanza di laicità, cioè una confusione tra la tesi (le identità, il sistema dei valori e i progetti globali di società) e la ipotesi (il programma politico concreto e possibile, la mediazione culturale, le alleanze…).
Sembra che per andare d’accordo (tra persone, partiti, culture…) occorra essere d’accordo su tutto oppure rinunciare alla propria identità.
Per il nascente Pd è molto importante avviare un lavoro culturale: garantire, non solo a parole, il rispetto la continuità e lo sviluppo delle identità e delle tesi di ciascuno; e favorire altresì una vera mediazione politico-culturale (non trattative sottobanco) che sappia trovare un programma concreto e possibile, un’ipotesi, così ricco di idee e di speranze da meritare l’impegno leale di ciascuno. L’alternativa è una sorta di marmellata più o meno opportunistica tra utopie e necessità, senza che sia possibile creare né una identità comune né una coerenza tra gli ideali e le realizzazioni concrete.
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